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Realizzato da Luciano Santiprosperi |
I compressori più comuni si dividono in due grandi famiglie: Oilless (letteralmente senza olio) e lubrificati a olio. I primi hanno gli organi interni che scorrono su boccole di Teflon o su cuscinetti autolubrificanti, mentre i secondi lavorano in bagno di olio. Sui veicoli, sui natanti e su tutto ciò che è in movimento, si utilizzano esclusivamente i modelli Oilless in quanto i modelli con lubrificazione ad olio necessitano di rimanere sempre in posizione orizzontale, dato che a seguito di inclinazioni potrebbero verificarsi perdite di lubrificante dagli sfiati ed il rischio di aspirazione del liquido, con il conseguente danneggiamento del gruppo testa/pistone/biella. |
PORTATA DI ARIA E PRESSIONE: quando scegliamo un compressore d'aria, spesso gli unici dati che ci vengono forniti dal produttore sono la tensione di lavoro, l'assobimento di corrente e la pressione massima in BAR; ad esempio troviamo dei prodotti che citano "Compressore d'aria a 12V con pressione massima 10 BAR" che, all'occhio del profano, sembrerebbe migliore di un prodotto analogo che dichiara solo 8 BAR.
Ebbene, la pressione massima ci serve a poco perché difficilmente gonfiamo uno pneumatico ad una pressione superiore ai 3 BAR mentre, essendo gli pneumatici delle 4x4 di grandi dimensioni, diventa molto importante la portata di aria. In pratica, ad una pressione di soli 2 BAR necessitano già di oltre 100 litri di aria per essere riempiti. Dunque, abbiamo bisogno di un compressore idoneo a pompare una grande quantità di aria in un tempo ragionevole; ad esempio, trovando accettabile spendere 2 minuti per gonfiare uno pneumatico con 100 litri di aria, avremo necessità di un compressore che produca almeno circa 50 litri di aria al minuto. Bene, il problema sembra risolto ma non è così, in quanto pochi i produttori che indicano anche la portata, riportano la quantità di aria aspirata dal compressore e non l'aria prodotta. Per avere finalmente quest'ultimo valore (sempre per i compressori oilless) il valore si ottiene moltiplicando l'aria immessa per 0,50 circa (0,60 per quelli professionali). Quindi tornando al calcolo appena fatto, un compressore da 50 litri al minuto in effetti ne produce 25 litri (50 x 0,5 = 25), mentre ne avremo qualcosa in più con un compressore professionale. Ne risulta che, mediamente, per gonfiare uno pneumatico con 100 litri di aria, occorreranno 4 minuti, e non 2 ! Appare chiaro che, per avere un flusso di aria adeguato, sarà opportuno orientarsi verso un compressore che dichiari una portata d'aria di almeno 100 lt/min, mentre la pressione massima 8 o 10 BAR sarà un valore interessante solo se utilizzeremo un serbatoio ausiliario di aria. |
Il serbatoio è solamente una riserva per compensare brevi richieste di aria superiori alla quantità istantanea prodotta dal compressore e, quindi, limitarne gli avviamenti. Di conseguenza:
• Se il consumo di aria previsto è inferiore all'aria resa del compressore, il volume del serbatoio non è importante. • Se, per brevi periodi, il consumo di aria necessario è superiore all'aria resa del compressore è consigliabile l'utilizzo di un serbatoio. • Se il consumo di aria previsto è sempre superiore all'aria resa del compressore, nessun serbatoio, per quanto grande possa essere, porterà alcun vantaggio. Quindi se, ad esempio, vogliamo utilizzare una pistola per soffiare, od altro utensile pneumatico, che consumano dai 150 ai 300 litri di aria al minuto, è inutile acquistare un compressore con portata d'aria bassa (sotto i 100 litri/minuto) per poi collegarlo ad una bombola di accumulo! La quantità di aria contenuta in un serbatoio è il prodotto del volume del serbatorio in litri, moltiplicato per la massima pressione di carico. Ad esempio, un serbatoio da 10 litri caricato con un compressore da 10 BAR, conterrà 100 litri di aria. Se la pressione massima fornita dal compressore è di 8 BAR, la quantità d'aria contenuta nello stesso serbatoio da 10 litri, sarà di 80 litri. NOTE SUI SERBATOI DI ARIA: nel caso di utilizzo di un serbatoio, è molto importante sapere che all'interno si forma un accumulo di acqua perché nell'aria è disciolto vapore acqueo che, con la maggiore pressione e la consuguente riduzione della temperatura, diventa acqua intrappolata nel serbatoio. L'ammontare dell'acqua separata dipende dalla quantità di aria aspirata, dal grado di umidità e dalla temperatura ambiente. Quindi ad evitare di erogare aria ed acqua assieme (dannosa negli pneumatici e deleteria per gli utensili), sarà necessario svuotare più o meno frequentemente l'acqua che si accumula all'interno tramite l'apposito rubinetto di spurgo presente sul fondo del serbatoio stesso. |
Un compressore d'aria può essere comodamente trasportato in una borsa ma, qualora si desideri una installazione fissa, certamente più pratica e comoda, occorre tenere presente alcune regole fondamentali per il suo posizionamento.
Sebbene il posto più usato per montare il compressore è nel vano motore del veicolo (ovviamente è il posto più comodo e che necessita meno lavoro per il collegamento elettrico), questo è da considerare il peggior posto in assoluto, in quanto nel vano motore abbiamo una altissima temperatura che provoca l'essiccamento del teflon ed asciuga il motore del compressore, accorciandogli la vita in modo drastico. Inoltre, l'aspirazione di aria molto calda e quindi espansa, ne riduce la resa in litri effettivi di aria prodotta. Altro errore comune è di installarlo esternamente sotto la scocca o agganciato al telaio. In questo caso, oltre ad essere a rischio di urti, fango e polvere, lo obblighiamo a respirare aria sporca, riducendone sensibilmente la vita. Se vogliamo quindi mantenerlo efficiente, andrà installato all'interno del veicolo o comunque in una zona protetta e riparata dal calore del motore, dall'acqua e dalla polvere. |
I compressori si dividono fra quelli con raffreddamento ad aria convenzionale, oppure forzata; i primi, dissipando il calore attraverso le alette del cilindro e della testata, possono rimanere accesi ad intervalli massimi di circa 15 minuti (15 minuti acceso, 15 minuti spento) mentre i secondi, dotati di una ventola che soffia aria sul gruppo motore e compressore, possono funzionare ad intervalli di tempo doppi rispetto ai precedenti, ovvero 30 minuti di funzionamento (nei modelli professionali si può arrivare a 45 minuti) e 15 minuti spento.
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Nel montaggio fisso di un compressore con relativo serbatoio ausiliario, vanno inseriti nelle linee di passaggio dell'aria delle componenti fondamentali, spesso inutilizzate:
• Pressostato: opportunamente tarato permette l'accensione e lo spegnimento automatico del compressore quando il serbatoio ha raggiunto la pressione desiderata. • Valvola di sicurezza: permette lo scarico di aria in caso di pressioni oltre i limiti impostati e successivi danni all'impianto. • Valvola di ritegno: in fase di riempimento, quando il pressostato rileva il riempimento del serbatoio alla pressione impostata, provvede a spegnere il motore. In questo momento, il condotto fra motore e serbatoio presenta una pressione di caricamento di 8-10 BAR. È qui che interviene la valvola, che provvede a scaricare l'aria dal condotto e dal gruppo testata/pistone, evitando una inutile e dannosa pressione sul meccanismo del motore. Inoltre il pistone, alla ripartenza, non avrà nessuna resistenza in quanto il condotto sarà vuoto, altrimenti sarebbe costretto a ripartire con una notevole forza opponente determinata dalla pressione rimasta nelle tubazioni, causando anche problematici assorbimenti elettrici di spunto. |
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